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Il maestro delle ombre
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Carrisi, Donato

Il maestro delle ombre

Milano : Longanesi, 2016

Abstract: Fu il primo dei tribunali della curia romana ecclesiastica, ed è istituito per le questioni di coscienza. Le sue origini risalgono al XIII secolo, quando per autorità di Innocenzo IV i penitenzieri di Roma si costituirono in collegio sotto la presidenza di un cardinale. Il suo potere giurisdizionale variò secondo i tempi, ma è certo che la Penitenzieria si sia occupata e continui a occuparsi di cose oscure, indicibili e pericolose. Come fu in epoca controriformista per le suppliche dei condannati a morte per stregoneria. La Santa Penitenzieria Apostolica è anche altrimenti conosciuta come: il tribunale delle anime. È qui che bene e male giocano la loro partita con il destino degli uomini. Il tribunale infatti si occupa dell'archivio criminale più imponente che esista al mondo, quello delle confessioni dei peccati più gravi. E per questo che esistono i penitenzieri: sono loro la presenza segreta su molte scene del crimine, sono loro che sono alla costante ricerca di ciò che l'occhio di un semplice detective non può scorgere. Un'anomalia.

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Riccardo Guerra
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Purtroppo anche Carrisi è scivolato. Il libro, che fa parte della saga dei penitenzieri, non è interessante come altri.
Premetto che non condivido sue affermazioni non corrette su perdono e sacramento della confessione (poco rispettoso di un sacramento) e come molti altri scrittori fomentano una versione della Chiesa Cattolica fondata su strutture ecclesiali sordide e votate al male. E' un modo facile di vendere libri, lo capisco; ingredienti come società segrete all'interno della chiesa, personaggi di alto rango dediti ad intrighi e segreti catturano l'attenzione dei lettori. Falsi stereotipi che generalizzano errori umani, perchè la chiesa fa parte dell'umanità e quindi della possibilità di sbagliare. Si arriva quindi al deplorevole.
La figura di Cornelius è troppo simili a quella del dottor Lecter; diviene quasi fastidioso per la similitudine del personaggio.
La pecca maggiore del libro è l'inverosimile trama. Dopo aver letto "Il suggeritore" mi ero annotato tutti i suoi libri, perchè il suo modo di scrivere mi era piaciuto: martellante, senza soste, pieno di colpi di scena e perchè i racconti erano verosimili, dove alla fine "tutto torna".
L'apocalisse di Roma, la barbarie nella notte (come la serie di film horror) lasciano molto a desiderare.
La chiusura finale con il tentativo dell'ultimo colpo di scena non è sufficiente a "rialzare" le sorti del libro.
Tutto macchinoso, le indagini non seguono una logica apprezzabile, i personaggi poco credibili, le vicende si susseguono con poca forma e sufficiente collante; tanti ingredienti mescolati e tenuti insieme in modo raffazzonato.
Spero il filone si sia inaridito e l'autore scriva di altro.
Il penitenziere mago della notte che vede ed immagina cose, che servono a condurre ad una fine una indagine, è risultato poco attraente ed è scivolato nel commerciale per tenere a galla questa saga.
La storia d'amore finale pessima è la giusta pietra tombale.

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