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Viaggio al termine della notte
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CELINE

Viaggio al termine della notte

Milano : Corbaccio, 1994

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Riccardo Guerra
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La notte è una delle parole ricorrenti nel romanzo; questo traguardo che sembra aspettare tutti in tutte le situazioni.
Il linguaggio è un po' rozzo, a volte sgrammaticato e questo personalmente non mi piace molto ; anche perchè chi parla non è un villano o un analfabeta, ma persona laureata e quindi istruita.
Il racconto descrive la vita di persone malinconiche, la cui vita riserba loro torti e difficoltà in uno stato di povertà insuperabile. A tratti l'autore cerca di rappresentare situazioni comiche, ma sempre legate a vicende di povertà ed ignoranza ambientate tra gli emarginati che vedono da lontano coloro che riescono in qualche modo ad uscire da quel mondo di privazioni e sotterfugi per poter tirare avanti. Assassini per eredità, per migliorare la loro posizione sociale; matrimoni per sistemarsi; la continua sfiducia nell'altro, visto sempre come un possibile farabutto approfittatore.
Un unico personaggio è delineato in modo positivo: colui che con ogni mezzo legale e non cerca di guadagnare per dare una possibilità ad una ragazzina.
Una visione del mondo e dell'umanità fosca e quasi senza speranza. Un romanzo malinconico.

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