Community » Forum » Recensioni
Torino : Einaudi, 2015
Abstract: Il leggendario re Artù è morto ormai da qualche tempo ma la pace che egli ha imposto sulla futura Inghilterra, dilaniata per decenni dalla guerra intestina fra sassoni e britanni, seppure incerta, perdura. Nella dimora buia e angusta di Axl e Beatrice, tuttavia, non vi è pace possibile. La coppia di anziani coniugi britanni è afflitta da un arcano tormento: una sorta di inspiegabile amnesia che priva i due di una storia condivisa. A causarla pare essere una strana nebbia dilagante che, villaggio dopo villaggio, avvolge indistintamente tutte le popolazioni, ammorbandole con i suoi miasmi. Axl e Beatrice ricordano di aver avuto un figlio, ma non sanno più dove si trovi, né che cosa li abbia separati da lui. Non possono indugiare oltre: a dispetto della vecchiaia e dei pericoli devono mettersi in viaggio e scoprire l'origine della nebbia incantata, prima che la memoria di ciò a cui più tengono sia perduta per sempre. Lungo il cammino si uniscono ad altri viandanti - il giovane Edwin, che porta il marchio di un demone, e il valoroso guerriero sassone Wistan, in missione per conto del suo re - e con essi affrontano ogni genere di prodigio: la violenza cieca degli orchi e le insidie di un antico monastero, lo scrutinio di un oscuro barcaiolo e l'aggressione di maligni folletti, il vetusto cavaliere di Artù Galvano e il potente drago Querig...
8 dicembre 2018 alle 16:41
Il racconto è una riflessione sull'importanza dei ricordi. Vale la pena ricordare quando i ricordi possono essere anche dolorosi e spiacevoli? Il fine giustifica i mezzi, anche quando il fine rappresenta la pace e la serenità dei posteri? E' giustificabile l'imporre l'oblio della mente nell'intenzione di evitare la sofferenza del ricordo?
Il libro però non mi ha soddisfatto. Il racconto seppur metaforico non mi ha coinvolto.
363 Messaggi in 355 Discussioni di 18 utenti
Attualmente online: Non c'è nessuno online.