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Torino : Einaudi, c2012
Abstract: È una querula bibliotecaria di provincia la donna che parla dalla prima all'ultima riga di questo incantevole monologo. Il suo interlocutore è un ragazzo che usa il seminterrato della biblioteca come bivacco notturno. A lui la custode si rivolge mischiando vita privata, libri, invettive. E la confessione di un tenero rapimento verso uno studente di cui però contempla solo la nuca. La sua voce ci arriva sommessa, un po' nevrotica, la voce di una donna ferita da un amore andato male, chiusa in un riserbo che solo i suoi amati romanzi riescono a scheggiare. Li ama, li classifica, li commenta convinta che solo l'ordine monastico della biblioteca è medicina per il caos dei sentimenti e degli uomini tutti. E poi d'un tratto la sua voce si accende e dalla donna autoreclusa nel sottosuolo esce una pasionaria della letteratura, una tenace sentinella del silenzio, che dalla sua misera trincea di provincia difende la vertigine della bellezza letteraria contro il chiassoso vociare della subcultura di massa.
2 aprile 2018 alle 16:55
Un dialogo immaginario tra una bibliotecaria ed un frequentatore più o meno assiduo di biblioteche.
Un lungo monologo più che altro, dove l'autrice si sbizzarrisce a parlare del mondo bibliotecario e un po' anche di letteratura.
Eccessivamente malinconico e pessimista. Il monologo però risulta sfiancante, logorroico.
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